Beato Angelico: tra San Giovanni e Cortona

Percorriamo questo itinerario attraverso due valli: il Valdarno, città di San Giovanni, e la Valdichiana, fino a Cortona.

I luoghi sono accomunati dalle opere prodotte dall’attività artistica di un grande pittore del rinascimento fiorentino, Guido di Pietro Tosini, conosciuto ai giorni nostri come “Beato Angelico”.

A San Giovanni Valdarno si trova “L’Annunciazione”, una delle opere più ammirate dell’artista. Si trova nel museo di Santa Maria delle Grazie, ma proviene dal convento francescano di Montecarlo, a pochi chilometri dalla città.

Arrivati ad Arezzo si lascia la SR 69 per procedere sulla SR 71, fino a raggiungere Cortona.

Opere dell’artista fiorentino si trovano nella grande sala del Museo Diocesano, una volta Battistero dell’ex chiesa del Gesù: l’”Annunciazione”, e una “Madonna con Bambino e quattro santi”, dipinte per la chiesa di San Domenico, ed una tavola raffigurante San Giovanni.

Le due tavole furono realizzate tra il 1434-38, qualche anno dopo la tavola di San Giovanni, durante la permanenza del pittore nel convento domenicano di Cortona.

 

 

I gioielli della Valdichiana: Monte San Savino – Gargonza – Lucignano – Cortona

Il tour che vi proponiamo è la visita di alcuni tra i borghi di spicco del territorio della Valdichiana ed ha come obiettivo quello di farvi scoprire e conoscere alcune tra le mete più affascinanti della Toscana.

Monte San Savino, luogo natale di papa Giulio III, è un comune di circa 9.000 abitanti cinto da mura e fiancheggiato da alcuni edifici di carattere rinascimentale, quali la Loggia dei Mercanti o il Palazzo Pretorio, da dove è possibile godere anche di un’ottima vista panoramica.

A soli 6 km da Monte San Savino si teova Gargonza, una suggestiva frazione fortificata dalle mura di un castello dove alloggiò Dante Alighieri nel 1304, in uno dei periodi più accesi delle dispute tra guelfi e ghibellini.

Altro immancabile borgo della Valdichiana è Lucignano. Posto tra la provincia senese e quella aretina, questo piccolo comune si distingue per la sua forma ellittica, prevalentemente collinare, che ne garantisce la produzione di oli e vini pregiati.

L’antichissima città di Cortona conserva gran parte della imponente cinta muraria, attribuibile al V secolo a.C, e meravigliose chiese del periodo medievale, come San Francesco e San Domenico, oltre a stupendi edifici come il Palazzo Comunale ed il Palazzo Casali.

 

 

Il Casentino

Il Casentino è una tra le vallate più suggestive della provincia d’Arezzo, nonché dell’intera regione Toscana. Partendo dal Monte Falterona, fin quasi ad Arezzo, la vallata casentinese riesce ad ammaliare grazie alla sua lussureggiante natura boscosa e collinare che la rende una delle tappe obbligatorie di chi cerca un po’ di quiete.

Il Casentino, grazie alla sua posizione, è stato una prenda ambita per i Fiorentini, che sempre tentarono di strapparla agli Aretini.

Il paese di Poppi accoglie un castello che, con l’ausilio di continue opere di restauro, è stato riconosciuto come uno dei più bei manieri dell’intera Europa.

I Conti Guidi di Poppi erano proprietari delle terre ai piedi dei loro castelli: Poppi, Romena, Castelleone, Castel San Niccolò, Borgo alla Collina, Montemignaio, Fronzola, Porciano, Urbech. Edifici che tutt’oggi coronano le più belle e forti alture del Casentino e che portano nomi conosciuti, più volte ricordati anche da Dante Alighieri.

Qui vicino poi, poco a nord rispetto Poppi, nella piana di Campaldino, nel 1289 fu combattuta una delle più truci e sanguinolente battaglie che pose termine alle lotte fra guelfi e ghibellini.

Bibbiena e altre zone erano invece di proprietà dei Tarlati e degli Ubertini, altre importanti famiglie locali capeggiate da prelati.

La mistica bellezza ha sempre fatto del Casentino un luogo di culto e di preghiera. Lunghi secoli di storia riecheggiano miti ai quali si associano anni e anni di tradizione: è qui ad esempio che San Francesco, sul “crudo sasso” della Verna, ricevette le stigmate e San Romualdo, intorno all’anno 1000, pose le basi dell’Eremo di Camaldoli. La Verna, assieme a Camaldoli, è tuttora meta di pellegrinaggio di chiunque voglia trovare un po’ di pace e di armonia con se stesso. nonché di chi senta il bisogno di riscoprire la fede avvicinandosi maggiormente a Dio.

 

 

Il Valdarno

Come da tradizione, il territorio toscano in passato è sempre stato luogo di contesa tra guelfi fiorentini e ghibellini aretini. Le ampie contese tra le due parti politiche sembrarono cessare solamente nel 1384, quando la Repubblica Aretina subì una pesante sconfitta da parte dei rivali fiorentini che inglobarono il territorio degli sconfitti in quello della Repubblica Fiorentina.

E’ proprio qui nel Valdarno che furono fissati i confini giurisdizionali del dipartimento aretino, e questo attraverso una frontiera di città già costruite in precedenza dai Fiorentini.

Il Valdarno vanta una lunga tradizione agricola alle spalle. Oli e vini prodotti nel territorio sono assai rinomati in tutto il mondo. Anche il settore dell’industria continua a lasciare stupefatti per la notevole sfaccettatura di arti e mestieri locali. La sua economia spazia dalla produzione tessile a quella alimentare, da quella legata all’abbigliamento fino a quella metallurgica.

 

 

La Valdichiana

La più grande fra le valli appenniniche, la Valdichiana, si mostra come un giardino a guardarla da Cortona, solendida città etrusca che sorge su una collina a 600 metri di altitudine

Numerosi furono gli alti nomi d’arte che naquero in questa rigogliosa valle. Si ricordano: Luca Signorelli – discepolo di Piero della Francesca e di Giorgio Vasari, Pietro da Cortona, Andrea Sansovino e, nel secolo nostro, Gino Severini.

Considerata il “granaio d’Etruria”, la Valdichiana è sempre stata una terra ricchissima dal punto di vista dell’agricoltura. I primi a bonoficare la zona furono gli Etruschi, che la contesero alle acque che la rendevano paludosa e la resero coltivabile per secoli.

Fu necessario però un ulteriore intervento di bonifica, che avvenne agli inizi del XIX secolo, a progetto e opera dell’ingegnere aretino Vittorio Fossombroni, per donare alla Valdichiana il vigore e la fertilità che conserva anche ai giorni nostri.

L’agricoltura tutt’oggi caratterizza l’economia della valle e vi prosperano anche attività connesse alle produzioni di cereali, di barbabietola da zucchero, di olio pregiato e di vino tipico.

L’allevamento, attività comprimaria, offre una pregiatissima ed antica razza bovina da carne, detta appunto “chianina”, derivata direttamente dal “Bos magnus et albus”. Conosciuta da oltre 2000 anni, la pregevolezza di questa carne fu citata negli scritti di Plinio il Vecchio e di altri autori latini.

Ricca di storia, la Valdichiana è stata meta della battaglia di Pieve al Toppo (1288), nonché di quella ricordata con l’appellativo di Scannagallo (1554) data la gran quantità di francesi che ne rimasero uccisi.

 

 

La Valtiberina

La Valtiberina è la vallata più orientale della Toscana, ma è anche l’alta valle del fiume Tevere (da cui prende il nome), che l’attraversa in tutta la sua lunghezza, fino al confine con l’Umbria.

Grazie alla sua posizione centrale, la valle ha ospitato civiltà diverse: i vescovi di Arezzo, i signori di Rimini e quelli del Montefeltro, i papi di Roma e infine i Fiorentini.

E’ una zona ricca di antiche ville costruite dai patrizi romani in epoca augustea e di feudi e castelli eretti dai signori feudali che vi soggiornavano. La Valtiberina è nota anche per la presenza e il passaggio di artisti e scultori illustri. Michelangelo Buonarroti, nato fra queste montagne, intuì l’amore per la bellezza e per la vita nel cuore della pietra. Piero della Francesca, nato a San Sepolcro, percepì il segreto della luce e dello spazio, e lo espresse in pittura.

La Valtiberina è facilmente raggiungibile con la Superstrada E45 o, in alternativa, per mezzo di strade comuni che la collegano ad Arezzo, alla Valdichiana e al Casentino.

 

 

Piero della Francesca

Luoghi come Arezzo o Sansepolcro accolgono una moltitudine di opere attribuibili al genio artistico di Piero della Francesca.

Ciò che contraddistingue l’attività del pittore è una marcata dedizione a temi a lui cari che spaziano dal rapporto uomo-Dio fino ad un minuzioso studio paesaggistico rintracciabile in ogni sua opera. Siano esse vedute, scorci, luoghi montuosi e pianeggianti o studi architettonici e geometrici, le sue opere risultano essere sempre un’incontro perfetto tra plasticità, prospettiva e uso particolareggiato di luci e ombre.

Il voler inserire continuamente l’uomo al centro delle sue opere, affermando la dignità dell’essere in quanto tale, fa sì che Piero della Francesca venga considerato tuttora uno degli artisti di spicco del panorama umanista italiano.

 

 

Piero della Francesca in terra di Arezzo

Nella provincia di Arezzo sono molti i luoghi che custodiscono le opere di Piero della Francesca.

Sansepolcro, luogo di nascita dell’artista, è custode di alcune delle sue opere di maggior interesse: basti citare ad esempio il Polittico della Misericordia, La resurrezione di Cristo o il San Giuliano.

Altri luoghi come Arezzo o Monterchi meritano una visita. La città di Arezzo ad esempio, presso la Cappella Maggiore di San Francesco, custodisce le famose Storie della Vera Croce, celebre ciclo di affreschi iniziati da Bicci di Lorenzo e dipinti da Piero in un periodo di tempo che va dal 1452 al 1466; oppure la Maddalena, famoso affresco di squisita fattura con una nobile Maddalena dallo sguardo profondo volto verso il basso.

Di Monterchi è sicuramente da ricordare La Madonna del Parto, studio simmetrico che regala un insolito gioco di forme che viene a crearsi per mezzo della raffigurazione della Vergine dal ventre gonfio e dai due angeli che sostengono le cortine della tenda.

 

 

Tra pievi e castelli in Casentino

L’itinerario che consigliamo di compiere parte da Arezzo e prosegue lungo la SR71 fino a Rassina. Una volta qui si può facilmente arrivare a Pieve a Socana, Castel Focognano, dove si trova la pieve di Sant’Antonino, vicino alla quale sono anche stati scoperti i resti di un santuario etrusco.

Proseguendo fino a Bibbiena e svoltando poi per Poppi si arriva presso il famoso castello dei Conti Guidi, maniero tra i più famosi d’Europa, riconducibile a Lapo di Cambio e al quale successivamente sono state fatte ulteriori opere di intervento da parte di Jacopo Turriani (XV secolo).

Continuando per la strada SS310 si arriva a Pratovecchio da dove è possibile raggiungere Romena con la sua immancabile roccaforte dei Conti Guidi che predomina tutta la valle dalla collina, a 600 metri di altezza. Romena è anche sede della famosa della famosa Pieve di San Pietro, risalente al XII secolo.

Tornando indietro e proseguendo per Stia si può raggiungere una delle prime residenze dei Conti Guidi: il castello di Porciano (XI secolo). Ciò che rimane del maniero è la torre principale ed una buona parte delle mura castellane.